Approccio psicologico al paziente con Fibromialgia
Da molti anni nel mondo scientifico sta assumendo crescente evidenza che molte delle patologie che comportano dolori cronici tendano ad avere una maggiore incidenza nelle donne. Si amplia così la lista delle patologie caratterizzate dalla presenza del sintomo del dolore, dove la donna sembra presentare una particolare suscettibilità. Tra le tante malattie, la Fibromialgia sembra avere una particolare rilevanza. Si tratta di un quadro patologico che provoca dolori diffusi dell’apparato motorio che si presentano inizialmente localizzati nel tratto cervicale o lombare e si diffondono nel giro di qualche mese o anno all’interno del sistema. La malattia compare in età relativamente giovane. Essa si manifesta quando si verifica un abbassamento della soglia del dolore. Accanto al sintomo del dolore si presentano disturbi vegetativi e funzionali, astenia, instabilità emotiva e disturbi del sonno. Solitamente il paziente al risveglio si sente ancora affaticato come se non avesse dormito affatto. Sebbene possa addormentarsi senza difficoltà, la fase profonda del sonno (fase 4°)è spesso disturbata. Il sonno dunque può essere leggero con continui risvegli notturni. Si riscontrano a volte disturbi del sonno quali la sleep apnea o la sindrome delle gambe senza riposo. L’interruzione della fase profonda del sonno può alterare la percezione del dolore pertanto può essere necessario assumere farmaci che migliorano la qualità del sonno. Allo stato, non esistono esami di laboratorio in grado di fare la diagnosi che di solito viene posta per esclusione. Le cause della fibromialgia sono ancora sconosciute ma esistono fattori aggravanti che possono essere ad esempio infezioni virali, stati di sovraffaticamento psichico o fisico, fattori climatici (umidità-freddo), farmaci, traumi, operazioni chirurgiche, eventi dolorosi o drastici cambiamenti di vita. È evidente dunque che gli aspetti psicologici di questa malattia sono molto evidenti. Alcuni studi hanno definito le linee guida per effettuare una diagnosi. Il dolore è il sintomo cardine della malattia. Questo dolore viene descritto in molti modi, comprendenti la sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione. Spesso varia durante la giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e dello stress. Circa il 90% dei pazienti riferisce astenia, ridotta resistenza alla fatica e stanchezza. La stanchezza a volte è molto simile a quella che si trova in una sindrome denominata sindrome da affaticamento cronico. I cambiamenti del tono dell’umore o del pensiero sono molto comuni nella fibromialgia. È stato infatti riscontrato che circa il 25% dei pazienti sono depressi o possono riferire disturbi d’ansia. Si ritiene infatti, che possa esistere un collegamento tra la fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. I pazienti si sentono depressi a causa dei loro sintomi difficili da gestire. Possono infatti essere presenti: disturbi del sonno, cefalea muscolotensiva o emicrania, sensazione di stanchezza, rigidità mattutina(soprattutto collo e spalle) stipsi o diarrea, parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture) bruciore a urinare, sensazioni di gonfiore alle mani, dolori al torace, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, disturbi della sfera affettiva. Le opzioni terapeutiche per la fibromialgia comprendono: farmaci che diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno (pertanto ci si potrà rivolgere ad un reumatologo che dopo attenta visita procederà con la prescrizione dei farmaci). Programmi di esercizi di stiramento muscolare che migliorano il fitness cardiovascolare. Tecniche di rilassamento come il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo e altre metodiche per ridurre la tensione muscolare, che può essere effettuato da un professionista Psicologo. Oppure programmi educativi per aiutare il paziente a comprendere la fibromialgia e imparare a conviverci (Terapia Psicologica).
Studi hanno dimostrato che il solo trattamento farmacologico è spesso insoddisfacente. Infatti è stato dimostrato che i farmaci in combinazione con il training autogeno e /o il rilassamento progressivo aiutano i pazienti a riposare meglio. Inoltre attività come camminare, andare in bici, nuotare, fare esercizi in acqua danno ottimi benefici. Sebbene i sintomi possono variare di intensità la condizione clinica generale raramente peggiora. Spesso infatti solo il fatto di sapere che la fibromialgia non è una malattia progressiva e invalidante permette ai pazienti di non continuare a sottoporsi ad esami costosi ed inutili e a sviluppare una attitudine positiva nei confronti della malattia. La conoscenza della malattia gioca un ruolo importante nella strategia terapeutica. Più infatti il paziente è informato sulla fibromialgia più cercherà di adattarsi alla malattia stessa, migliore sarà la prognosi. L’approccio al paziente fibromialgico richiede un approccio multidisciplinare che comprende il terapista della riabilitazione, il reumatologo e lo psicologo. Con questo approccio infatti il paziente è in grado di convivere con la propria malattia in maniera soddisfacente. Infatti la consapevolezza che questa malattia esiste e la conoscenza dei meccanismi che la inducono può aiutare il paziente ad affrontare lo stato doloroso. Il supporto psicologico è fondamentale, può servire a superare la depressione che molto spesso subentra nelle fasi acute e a migliorare i rapporti sociali.