L' Ansia

Ansia, stress e preoccupazioni capitano a tutti qualche volta. Ma per un numero sorprendente di persone l’ansia causa gravi sofferenze, in famiglia, a scuola, sul lavoro e nelle relazioni interpersonali. L’ansia impedisce di condurre un’esistenza piena e produttiva.

Quando la gente parla della propria ansia ricorre a frasi come queste: “non riesco a trovare le parole giuste per descrivere ciò che provo, è come una sensazione di morte imminente, vorrei urlare per cercare aiuto ma sono paralizzato”, oppure “quando incomincia l’attacco di ansia sento una morsa al petto e come se stessi affogando o soffocando, incomincio a sudare e la paura mi attanaglia”. Quasi tutte le persone che soffrono di ansia avvertono vari effetti fisici.

Le reazioni all’ansia variano considerevolmente da una persona all’altra e comprendono Accelerazione del battito cardiaco, Rialzo della pressione sanguigna, Vertigini o capogiri, Stanchezza, Disturbi gastrointestinali, Dolori generali, Tensione o spasmi muscolari, Sudorazione, Nausea e Tremore. L’ansia può assumere varie forme.

Il termine ansia deriva dal latino angere che significa strangolare o soffocare. In effetti uno dei sintomi più comuni dell’ansia è un  senso di soffocamento o di costrizione alla gola o al petto. Non tutti però sanno che l’ansia non è sempre qualcosa di negativo; in realtà ci prepara ad agire, ci mantiene reattivi e ci avverte dei possibili pericoli. Dunque bisogna essere contenti di averne almeno un po’!

L’ansia infatti aiuta ad evitare guai. Gli studi dimostrano che quando gli individui sperimentano un trauma inatteso, soltanto una minoranza si ammala di un’ansia profonda.

Infatti  di solito l’ansia nasce da una combinazione di cause: genetiche e traumatiche, traumatiche e familiari o talvolta tutti e tre insieme. Perché cercare l’origine dell’ansia? In realtà per vincere questo disturbo è importante identificare la fonte dell’ansia, poiché aiuta a capire che essa non nasce per caso ma si sviluppa per numerose e solide ragioni. Per questo e per altri motivi che vedremo in seguito è importante rivolgersi ad uno Psicologo e non un Neurologo,  come  spesso erroneamente accade. Se soffrite di eccessive preoccupazioni e tensioni, osservate la vostra famiglia. Tra coloro che soffrono di un disturbo d’ansia circa un quarto ha parenti con disturbi simili.

Ricerche dimostrano che tre tipi di genitori favoriscono l’ansia nei figli:

1.Ultra-protettivi: questi genitori proteggono i loro figli da qualsiasi possibile ferita o stress. Se i bambini inciampano, li afferrano prima ancora che abbiano toccato terra; quando hanno un problema glielo risolvono subito. Non sorprende quindi che i figli non riescano a sopportare la paura, l’ansia o la frustrazione.

2.Ultra-controllori:questi genitori controllano tutte le attività dei figli. Decidono ogni dettaglio, da come devono giocare a come devono vestire e a come devono risolvere i problemi di matematica. Così scoraggiano l’indipendenza e favoriscono la dipendenza e l’ansia.

Nel mio lavoro da psicologa, spesso incontro adolescenti con disturbo d’ansia. Parlando spesso con i genitori risulta chiaro come spesso l’ansia generata nei figli dipende dal modo di educare  e nella corretta gestione della vita quotidiana. Per far un esempio, ricordo un paziente, adolescente che soffriva di ansia solo quando stava in casa.

La madre era non solo protettiva ma adottava comportamenti inadeguati perl’età del figlio. Controllava ad esempio se il figlio, ormai diciassettenne, facesse i propri bisogni fisiologici, entrava in bagno con il figlio per controllarlo se si lavava correttamente, controllava ripetutamente se i messaggi scritti dal figlio sui social network fossero scritti correttamente in italiano. Questo naturalmente ha generato non solo ansia nel ragazzo, ma anche una bassa autostima così come un senso di inadeguatezza nei confronti di se stesso e degli altri.

3.Incoerenti: sono genitori che danno ai figli regole e limiti incerti. Un giorno intervengono e aiutano i bambini a fare i compiti a casa; il giorno dopo esplodono se chiedono aiuto. I figli così non riescono a stabilire la connessione tra i loro sforzi e i risultati. Sentono perciò di non avere il controllo su ciò che capita nella loro vita.

Dunque non è sorprendente che si sentano ansiosi. Altri aspetti importanti riguardano anche gli stress della vita quotidiana. In effetti la settimana lavorativa, oggi, è sempre più lunga, la vita è piena di pericoli e di problemi complessi.

Forse è per questo che gli psicologi vedono crescere sempre più il numero delle persone con problemi legati all’ansia. Che tipo di pensieri hanno i soggetti ansiosi rispetto agli altri individui? Le persone ansiose in genere pensano in modo differente dagli altri individui.

In genere queste persone sperimentano un bisogno di approvazione (se avete bisogno dell’approvazione degli altri vi preoccupate enormemente di ciò che le persone pensano di voi) fanno previsioni e hanno pensieri sul futuro negativi (pensando al futuro vi succede di prevedere sempre i risultati peggiori) esagerazione (le persone che ingigantiscono l’importanza degli eventi negativi si sentono solitamente più ansiose delle atre, perfezionismo (se siete perfezionisti credete che ogni errore porti a un vostro fallimento completo) scarsa concentrazione (le persone ansiose riferiscono di solito una certa difficoltà di concentrazione) pensieri incontrollabili (ovvero pensieri che attraversano di colpo la mente in un flusso incontrollabile di ansia e preoccupazioni).

Ma come si cura l’ansia? Molte sono le tecniche impiegate dagli psicologi per ripristinare lo stato di benessere dell’individuo.

Tra queste troviamo:

  • la respirazione addominale
  • il training autogeno
  • il rilassamento muscolare progressivo

Queste tecniche funzionano perché il rilassamento così come una corretta respirazione inibiscono l’ansia. Infatti gli studi dimostrano che allenarsi a respirare correttamente può contribuire nel giro di poche settimane alla riduzione degli attacchi.

Altre ricerche hanno indicato che il controllo del respiro può ridurre la pressione, migliorare il ritmo cardiaco, diminuire certi tipi di crisi epilettiche, aumentare le prestazioni mentali, calmare le preoccupazioni e persino migliorare gli effetti degli esercizi di riabilitazione che si eseguono dopo un attacco cardiaco.  Altre ricerche hanno messo in evidenza che il training autogeno così come il rilassamento muscolare progressivo danno ottimi risultati sui disturbi d’ansia.

Questi metodi sono quelli più preferiti dagli specialisti europei. Infatti un certo numero di studi indica che tali metodi sono efficaci nel ridurre lo stress, nel controllare vari disturbi d’ansia, nel calmare il mal d’aria, il mal di mare, nell’alleviare certi tipi di dolore muscolare cronico e nel sedare certi dolori e malesseri conseguenti a operazioni di by-pass coronarico.

Uno studio pubblicato sulla rivista “Complementary Therapies in Medicine” nel 2000 mostrò che è efficace almeno quanto i farmaci che vengono somministrati per curare il disturbo d’ansia generalizzato, un disturbo d’ansia che comporta uno stato di tensione e di preoccupazione che dura a lungo e che è quasi costante. Il soggetto che ne è affetto sperimenta in genere agitazione, irritabilità, nervosismo, irrequietezza o eccitamento, muscolatura tesa, specialmente sulla schiena, nuca o spalle, difficoltà di concentrazione ad addormentarsi o a dormire. Molte persone per alleviare i sintomi dell’ansia utilizzano i farmaci.

I farmaci però non insegnano come affrontare i problemi. Una classe di farmaci, le benzodiazepine, interferisce con i benefici a lungo termine del metodo dell’esposizione. Inoltre, benchè siano utili in determinate casi, possono creare dipendenza o comunque provocare effetti collaterali. D’altra parte bisogna essere chiari: certi farmaci possono fornirvi il sollievo che vi è necessario, ma le pillole non sono la bacchetta magica che molti sperano.E come faccio se l’ansia arriva all’improvviso?

Qualche volta c’è bisogno di un rimedio rapido e temporaneo per gestire l’attacco. Per un aiuto immediato potrete ricordarvi che:

L’ansia causa un respiro veloce e poco profondo: un respiro rapido e superficiale è un modo per accrescere l’ansia. Allora respirate lentamente e profondamente. Inspirate attraverso il naso, trattenete il respiro per alcuni secondi e lentamente espirate attraverso le labbra emettendo un sibilo o un sospiro, ripetete per un minimo di dieci volte. Parlane con un familiare o un amico.

Fate esercizi aerobici: di solito l’ansia produce adrenalina, un ormone che fa battere il cuore più veloce, tende i muscoli e produce varie sensazioni di malessere. Niente brucia l’adrenalina meglio degli esercizi aerobici. Vanno bene la corsa, una camminata veloce, una pedalata in bicicletta, il tennis ma anche la danza o della semplice ginnastica.

Fate una doccia calda, un massaggio, acoltaremusica, distrarsi, fare l’amore.

Controlla i pensieri ansiosi. Il modo in cui pensiamo influenza il modo in cui ci sentiamo. Le persone ansiose pensano in un modo che aumenta la loro ansia. quindi uno dei modi migliori per combattere l’ansia è liberarsi dei pensieri ansiosi. Per prima cosa mettete per iscritto le vostre preoccupazioni.

Ponetevi alcune domande; per esempio:” quella situazione è davvero così spaventosa come la penso?” oppure “c’è qualche prova che contraddica i miei pensieri ansiosi”? O ancora” le mie previsioni nere hanno una base reale?

Questo perché alcune teorie come la teoria cognitiva dei disturbi emozionali di Beck (1967, 1976) afferma che l’ansia così come anche la depressione si accompagnano a vere e proprie distorsioni del pensiero. Un processo disfunzionale di questo tipo si manifesta a livello superficiale come un flusso di pensieri automatici negativi nell’esperienza cosciente del paziente.

Nel disturbo d’ansia il difetto di elaborazione dell’informazione, causa della vulnerabilità e della persistenza dell’ansia stessa, può essere visto da un lato come una preoccupazione o fissazione relativa al concetto di pericolo avvertito dal soggetto e dall’altro come una sottovalutazione delle capacità individuali di farvi fronte.

Infatti una volta attivata la valutazione di pericolo, si crea una sorta di circolo vizioso che rinforza le manifestazioni d’ansia: per esempio possono condizionare il comportamento dell’individuo ed essere interpretati come segnali dell’esistenza di un grave disturbo fisico o psicologico.

Questi effetti accrescono il senso di vulnerabilità dell’individuo e di conseguenza rinforzano l’iniziale reazione ansiosa inducendo una serie di risposte sfavorevoli, le quali a loro volta non fanno altro che esasperare la valutazione di pericolo     Rivolgetevi ad un professionista sanitario.

Rivolgersi ad uno Psicologo e o Psicoterapeuta è il primo passo per poter affrontare le proprie paure e potersene liberare. Scopo del trattamento sarà quello di fare una corretta anamnesi, diagnosi e infine il trattamento, efficace  per fronteggiare il disturbo d’ansia.

Contatta uno Psicologo per fronteggiare la tua ansia, ricordando sempre che sei tu ad attuare il primo cambiamento

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